Diamoci del tempo

Passeggiando nei vicoli del centro storico della mia città, tra le varie piccole botteghe e attività che si possono scoprire così, a volte quasi per caso, il mio occhio si è soffermato su una piccola insegna su di un portone che recita “Banca del tempo”, sottotitolo “Ciaffé”, traducibile in italiano con “Cosa hai da fare?”, “Hai qualcosa da fare?”. Espressione che nasconde, nemmeno troppo a dire il vero, una richiesta di aiuto, un domandare del tempo all’altro, nel rispetto degli impegni dell’altro. Dedicarsi del tempo a vicenda apre ad una relazione, ad una conoscenza, oltre ad essere uno scambio di prestazioni confermemente alle proprie capacità, competenze, attitudini. Mettere da parte il valore monetario, il denaro che quotidianamente  scambiamo e utilizziamo in modo spesso anche poco consapevole, e riscoprire il valore che può avere un’ora di tempo che ci si dedica. Il denaro, universale mezzo di accesso al mondo delle merci e dei servizi, in sé é povero di contenuti, non restituisce un’esperienza di relazione, è rapido e non ha il sapore, il colore, la ricchezza che può avere un’esperienza di scambio personale, non mediato dal denaro. Sarà forse antico, ma forse anche più autentico, più vero.

 

Associazione Nazionale Banche del Tempo

Associazione materana Ciaffé