Ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Un’anziana donna si era avvicinata a lui zoppicando. «Figlio mio, sono arrivati stamattina e hanno scavato tutto il mio terreno, il mio unico terreno. Hanno falciato il sudore della mia fronte, l’orgoglio di mesi di attesa. Dicono che mi daranno un risarcimento. Possono risarcire le mie fatiche? La gioia che provo quando vedo spuntare le piante? La rivelazione di cui Dio mi fa dono nella vecchiaia? Oh figlio mio, cosa posso fare?» Cosa poteva risponderle lui adesso? «Esaminerò la questione più tardi» aveva risposto umilmente. Esaminare la questione più tardi! Riuscì quasi a odiarsi per aver detto quella bugia. Maledisse la terra che faceva sgorgare il petrolio. Oro nero, lo chiamavano. E maledisse gli dèi che non prosciugavano i pozzi. Che importava che ogni giorno fossero estratti ed esportati milioni di barili di petrolio, fin quando questa povera donna piangeva quelle lacrime di disperazione? Cosa avrebbe dovuto esaminare più tardi? Poteva mettere a disposizione altra terra? E i legislatori avrebbero modificato le leggi solo per procurare un po’ di felicità a questi poveri disgraziati che la ricerca del petrolio aveva ridotto a una vita da animali? Avrebbero dovuto assegnare i diritti di sfruttamento del petrolio agli uomini le cui fattorie e terre erano state saccheggiate e distrutte. Ma gli avvocati erano alle dipendenze delle compagnie petrolifere e i governanti erano alle dipendenze degli avvocati. Quindi come poteva esaminare la questione più tardi? Avrebbe dovuto dire alla donna di disperarsi. Di morire. Di non vivere nella morte. Questo sarebbe stato più onesto e rispettabile.

 

Ken Saro-Wiwa, da “Foresta di fiori”, Edizioni Socrates

Ti ricordi di Ken Saro Wiwa?ultima modifica: 2010-11-09T16:45:00+01:00da altravelocita
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